INDUGI

INDUGI

Il tempo non bada agli indugi
che come il muro del pianto limitano l’orizzonte,
ci straccia a colpi di flagellazione
destinati a non cessare in questa vita.

Custodiamo le memorie
tra le falde della pelle,
incarnate in un semplice rosario
stretto forte all’apice del traguardo.

Noi, viaggiatori muniti di una croce
portata in uno zaino fin dalla nascita.

Riusciremo mai a salvarci dalla Via Crucis?

Izabella Teresa Kostka, 2018

Tutti i diritti riservati all’autrice.

Foto: Umberto Barbera

ABOUT YOU

About You…

E quando sono nuda
come il palmo della mano
spoglio di un caldo guanto

si oscurano gli orizzonti,

non conosce la ragione
quella mia solitudine aspra
che come una flebo
invade le gelide vene.

Muoio
mentre il vespero
sta per concedersi alla notte.

Ove sei, Miraggio?

22.05.
27 dicembre 2017 tdr
Dedicated…

Izabella Teresa Kostka
Foto dal web,  Pixabay

PRIMA CHE (le riflessioni sulla terra straniera)

PRIMA CHE (le riflessioni sulla terra straniera)

S’infrangono sulla battigia i nostri giorni,
smorzano soavemente all’imbrunire, 
nell’intenso aroma delle zagare
ondeggiano lontane, deboli preghiere. 

(Sapessi soltanto quanto mi resta
prima che sia l’ultimo inverno)

M’adagio esausta sull’umida sabbia
come un naufrago inerte, alla deriva,
navigo tra oggi e un nuovo domani
con un unico biglietto di sola andata.

(Avessi ancora un po’ di albe
prima che venga la notte eterna)

Rallentano le lancette dell’orologio
arrugginito negli anni dal pianto e dal sale,
si vestono d’argento le lunghe trecce
addobbate coi petali delle ginestre. 

(Trovassi in tempo un porto felice
prima che il viaggio volga alla fine)

Izabella Teresa Kostka,  “Dal Baltico al Mediterraneo” 2016. Tutti i diritti riservati 

Foto@ninakostka 2017

MANCHI

MANCHI         

Manchi
alla mia arida pelle 
lasciata deperire nel deserto del lenzuolo,
tra le carovane del desio diventato miraggio 
le labbra muoiono senza la tua saliva.

Manchi
ai miei solitari seni  
divisi dalla valle del non ritorno 
in cui si son smarrite le tue mani 
elemosinando in fretta l’inutile perdono. 

Manchi
alle mie lunghe radici
che vogliono un tronco da sostenere, 
alle pagine vuote dei candidi fianchi
sfogliate dai singhiozzi dell’invano lamento.

Manchi 
mentre mi tolgo i vestiti
rimasta orfana dinanzi allo specchio, 
scrostata di fierezza con carta vetrata
che s’incarna di notte nell’inerme grembo. 

E rimango scordata come un pianoforte 
destinato ad ammuffire sotto la pioggia.

Izabella Teresa Kostka
Per “Seconda pelle”
2017, tutti i diritti riservati.
Foto by Kostka

E TACCIO

E taccio 
inginocchiata 
sulla cenere dei nostri giorni,
muta, 
indifesa come un embrione
abortito sull’asfalto delle sporche strade.

La vita è un trauma,
un amplesso senza precauzioni,
ci coglie impreparati e di sorpresa,
mai abbastanza immuni ai suoi spietati morbi. 

E vagheggio
vagabonda tra i mille rimproveri,
tra le accuse e le ferite prive di spiegazioni, 
mi tolgo di dosso le falde della pelle
arata dai solchi da cui sgorga il dolore. 

Combatto ancora coperta di lividi,
illusa dal potere dei comandamenti,
crocifissa ai piedi delle macerie 
rimaste sulle orme della compassione. 

Ho smarrito l’anima mia
tentando di salvare quel poco che c’era…

Izabella Teresa Kostka
Per “Anima Vagante” 2017
Tutti i diritti riservati