#Traduzioni: Tania Di Malta: “L’oggetto morte come rottura definitiva con il Novecento, il secolo riflesso del ritratto di Dorian Gray” (traduzione in polacco: Izabella Teresa Kostka)

traduzioni #realismoterminale #realizmterminalny

Su Alessandria Today in versione bilingue Italo – polacca un nuovo saggio di Tania Di Malta: “L’oggetto morte come rottura definitiva con il Novecento, il secolo riflesso del ritratto di Dorian Gray” (traduzione in polacco: Izabella Teresa Kostka)

https://alessandriatoday.wordpress.com/2022/04/05/tania-di-malta-loggetto-morte-come-rottura-definitiva-con-il-novecento-il-secolo-riflesso-del-ritratto-di-dorian-gray-con-la-traduzione-in-polacco-z-tlumaczeniem-na-jezyk-polski/?preview=true

Pubblicato anche sul mensile polacco di cultura e letteratura “Bezkres / Infinito”, numero di aprile 2022.

Tra gli autori pubblicati sul blog letterario polacco “Scrittori.pl / Pisarze.pl”

Ringrazio la poetessa e animatrice culturale Anna Maria Mickiewicz per l’invito a questa interessante pubblicazione sul blog letterario “Scrittori.pl / Pisarze.pl”. Tra numerosi autori di origine polacca residenti all’estero anche un mio testo dedicato alle vittime di Hiroshima e Nagasaki, appartenente al Realismo Terminale.

Per leggere seguite il link allegato:

https://pisarze.pl/2022/01/25/prezentacje-literackie-2022-wielka-brytania-usa-australia-niemcy-brazylia-francja-belgia-i-wloch-opracowanie-anna-maria-mickiewicz-wielka-brytania-i-danuta-blaszak-usa/

8.15 (alle vittime di Hiroshima e Nagasaki)

È un forno a microonde
la città sotto un ciliegio
dove friggono come i polli
madri, padri e bambini.

Qualcuno ha tolto la corrente
fermando le urla
come l’orologio di un timer
esploso alle otto e quindici.

Izabella Teresa Kostka, edita Mursia, Italia

Tutti i diritti riservati

#Bezkres: Nel mese di febbraio il mio “Intermezzo notturno” e le poesie di Maria Giuliana Campanelli

A volte c’è un po’ di spazio letterario anche per i miei testi. Nel numero di febbraio del mensile polacco “Bezkres / Infinito”, nella rubrica dedicata al #RealismoTerminale troverete il mio “Intermezzo notturno” in originale italiano con la traduzione in polacco. Anche stavolta ringrazio la Redazione per la disponibilità.

INTERMEZZO NOTTURNO (trittico aderente al Realismo Terminale)

In questa notte magica spalanco gli occhi
come il portone d’un supermercato,
il tempo assomiglia a una pellicola
che s’interrompe tagliata
con le cesoie delle Moire.

Sono su un barcone alla deriva
ove da salvagente mi fa la speranza
forata con gli aghi delle sconfittesassi aguzzi nelle scarpe rotte.

– sassi aguzzi nelle scarpe rotte.

Incrocio volti bianchi e neri
accatastati nelle metropoli,
aggrovigliati come le corde
delle oppresse marionette,

elle pregano di essere salvate
da un bidone di corpi anonimi.

E ogni notte come una spugna
assorbo il male e la sofferenza,
vorrei pulire i marciapiedi
da stupri, rifiuti e ingiustizia.

Si sventra il grembo della città di cemento,
divento un feto raschiato via,
ingrato in una calda culla.

Osservo le gabbie cittadine
in cui scontiamo le nostre pene,
abbiamo le anime legate
alle antenne dei cellulari,
nel buio seguiamo un senso unico
senza deviazioni intellettuali.

Taccio,
i miei dubbi nascono al vespero
distanti dai fari dell’opportunismo
luccicante come una carrozzeria.

Le paure sono petrolio
che immobilizza i sensi di colpa.

C’è l’inquietudine fuori dal baratro
quando la notte volge alla fine
e si sollevano le sbarre
su itinerari da esplorare.

Le albe – falde di una vita
sottoposta alle sfide e ai terremoti,
mosse elettriche e scosse sociali
rigano le pagine di un calendario.

Mi affaccio alla vita
come il fumo
sgorgato da un camino.

19.05. 2019
Izabella Teresa Kostka

NOCNE INTERMEZZO (tryptyk nawiązujący do Realizmu Terminalnego)

W magiczną noc
otwieram oczy
jak drzwi supermarketu,
czas przypomina taśmę filmową
przeciętą nożycami Prządek.

Jestem dryfującą łodzią
a koło ratunkowe to nadzieja
podziurawiona igłami porażekkamieniami w przetartych butach.

– kamieniami w przetartych butach.

Mijam czarno-białe twarze
nawarstwione w miastach,
plączące się jak sznurki
uciśnionych marionetek,

modlą się one o wybawienie
z kubła bezimiennych ciał.

I każdej nocy jak gąbka
chłonę zło i cierpienie,
chciałabym oczyścić chodniki
z represji, odpadków i gwałtu.

Rozdziera się łono betonowego miasta,
staję się wyskrobanym płodem
niechcianym w ciepłej kołysce.

Obserwuję miejskie klatki,
w których odsiadujemy wyroki,
mamy dusze uwiązane
do anten telefonów,
podążamy w ciemności jednokierunkową ulicą
bez intelektualnych objazdów.

Milczę,
wątpliwości nadchodzą o zmroku
daleko od światła oportunizmu
co błyszczy jak maska samochodu.

Strach jest ropą naftową
i unieruchamia poczucie winy.

Daleko od otchłani wzrasta niepokój
gdy noc dobiega końca
i podnoszą się szlabany
na szlakach do odkrycia.

Świty to warstwy życia
poddane wyzwaniom i trzęsieniom ziemi,
impulsy elektryczne i wstrząsy społeczne
zapisują strony kalendarza.

Stawiam czoła życiu
jak dym
uciekający z komina.

19.05. 2019
Izabella Teresa Kostka

Tutti i diritti riservati / Prawa zastrzeżone

• Le poesie dell’autrice italiana di origine sarda Maria Giuliana Campanelli in originale italiano con la mia traduzione in polacco

“La dimora dello sguardo” di Giancarlo Stoccoro accoglie i miei testi appartenenti al Realismo Terminale

Ringrazio con stima e affetto il poeta Giancarlo Stoccoro per aver accolto le mie poesie appartenenti al #realismoterminale sulle pagine del suo blog letterario “La dimora dello sguardo”. Sono onorata.

Per leggere seguite il link:

https://l.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.ladimoradellosguardo.it%2Fpoesie-di-izabella-teresa-kostka%2F&h=AT2wK1_ZQtCcMq-H4PqAvkISKlRumvBxzrmefyeDq7d3fZ1VXEE5eTmQN7Gkq2STvvCN9pVUGALkQtMzq9-5Bc02f7rTyyrA9L4aBTkLcGR0mvzcmpsknocHocW69g3o0xy4ZYk&s=1

Izabella Teresa Kostka, 2021

“Fuggitivi” nella rubrica “Tracce di poesia” a cura di Igor Costanzo (su “Brescia oggi”, 25.11.2021)

È un dono prezioso per me e ringrazio con profonda gratitudine il poeta e animatore culturale Igor Costanzo per avermi dedicato l’articolo, pubblicato su “Brescia oggi” nella sua interessante rubrica letteraria “Tracce di poesia”. L’impronta sociale è decisiva nella mia scrittura RT e ringrazio davvero per l’attenzione e le parole impregnate di grande sensibilità. Sono onorata ☺️


Fuggitivi (agli immigrati al confine tra Bielorussia e  Polonia)

Li hanno gettati
in pasto al sistema
accatastati come gli alimenti
nel frigorifero al confine.

Sono spiedini in padella
che rimbalzano tra l’Est e l’Ovest,
scomodi per la cucina in Asia
e indigesti all’Occidente.

Deteriorano al freddo
presi di mira
come un boccone amaro
sull’indifferente palato.

Izabella Teresa Kostka
08.11.2021

Tutti i diritti riservati

#Realismoterminale: Antologia “Nascondere Nagasaki” (Mursia)

Tramite Guido Oldani:

“È uscita sul sito Mursia la nostra plaquette antologica “Nascondere Nagasaki” a cura di Beppe Mariano e inerente alle bombe atomiche devastanti circa le quali la cultura imperante è reticente.
Crediamo, dandone notizia, di contribuire a un risveglio delle meningi.”


Sono felice di farne parte con un mio testo dal titolo “8.15”. Per leggere tutti i testi seguite il link allegato:

https://mursia.myshopify.com/blogs/notizie/nascondere-nagasaki-antologia-realista-terminale

#Bezkres / Infinito: Manifesto RT contro la guerra

Nel numero di novembre del mensile polacco “Bezkres / Infinito”, la mia rubrica dedicata al Realismo Terminale accoglie il “Manifesto RT contro la guerra” firmato dal suo fondatore M° Guido Oldani, dal Prof. Giuseppe Langella e da molti esponenti del Realismo Terminale tra cui dalla sottoscritta. Testo originale in italiano con la mia traduzione in polacco. Come sempre ringrazio la Redazione per la collaborazione.

PACE, SOLA IGIENE DEL MONDO. MANIFESTO RT CONTRO LA GUERRA

Abbiamo pensato, con Giuseppe Langella e quanti hanno aderito, di promuovere un manifesto contro la guerra per i 1000 Afghanistan. “Pace, sola igiene del mondo”, al contrario di quanto diceva il Futurismo.

Riportiamo il testo di questo documento.


PACE, SOLA IGIENE DEL MONDO


Nel manifesto di fondazione del Futurismo, Marinetti proclamava “la guerra, sola igiene del mondo”. La storia gli avrebbe dato torto marcio. Le guerre del Novecento, infatti, hanno provocato milioni di morti, tra i civili non meno che tra i soldati, hanno raso al suolo tante città, hanno ridotto alla fame o costretto alla fuga intere popolazioni, ma non hanno estirpato il male per il quale sono state combattute. Anzi, lo sviluppo tecnologico, così caro a Marinetti, è servito solo a moltiplicare gli effetti devastanti delle armi, come ci ha ricordato, pochi giorni fa, la ricorrenza dello sganciamento delle due micidiali bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. Così, paradossalmente, rinfocolato dalle guerre, il male ha messo radici ancor più profonde, alimentato dall’odio e dai propositi di vendetta. Il ricorso alle armi non risolve alcun conflitto. La guerra produce solo altre guerre. Rovesciando la tesi di Marinetti, noi Realisti Terminali affermiamo con decisione che non la guerra, ma la pace è la sola igiene del mondo. La pace mondiale è il bene supremo cui tutti dobbiamo aspirare. Seppelliamo, dunque, le guerre nel pozzo nero del Novecento, incateniamo i mostri e cambiamo strada. Le vie diplomatiche del dialogo e della riconciliazione, si sa, sono lunghe e difficili: nessuno si illude che sia agevole trovare le mediazioni giuste, in grado di soddisfare i vari contendenti; ma una cosa è certa: nessuna pace firmata sotto la minaccia delle armi può essere duratura. Spezzare la spirale della guerra è la condicio sine qua non per sperare di costruire una pace stabile e sicura; poi, naturalmente, in sede di trattative bisogna tenere nel debito conto le richieste legittime di tutti, perché nessuno si senta trattato da parte perdente.

Il caso Afghanistan e la bancarotta dell’Occidente.

In nessun caso i problemi di una regione si possono risolvere con un’occupazione militare. Qualunque soluzione imposta dall’esterno e vigilata da un esercito indispone e non porta ad alcun reale cambiamento. Si potrebbero addurre decine di esempi. L’ultimo, clamoroso, ce lo offre la cronaca, desolante e drammatica, di queste ore: i talebani si sono ripresi l’Afghanistan in meno di due settimane, quasi senza colpo ferire; lo Stato afghano, sostenuto e presidiato per vent’anni dalle truppe della Nato, si è sciolto come gelato al sole. Si torna, salvo assicurazioni tutte da verificare, allo status quo ante. Difficile immaginare occupazione più sterile e più effimera di questa, finita con una frettolosa e caotica evacuazione delle truppe, del corpo diplomatico e dei collaboratori locali, possibile oggetto di rappresaglie. L’Occidente – Stati Uniti in testa, ma subito dietro anche la nostra vecchia Europa – abbandona la scena pieno di vergogna e di sensi di colpa, con l’accusa di aver illuso e tradito quanti avevano riposto in esso le loro speranze di redenzione. A cosa è servito, ci si chiede, investire cifre enormi e tante vite umane, se poi tutto deve tornare come prima? Il fallimento dell’operazione Afghanistan decreta ufficialmente la morte di quell’Occidente che ha avuto la presunzione di insegnare e di esportare nel mondo la democrazia, la tolleranza, il rispetto dei diritti e la parità di genere. A questo punto, chi vorrà essere tanto ingenuo da credere ancora alle cosiddette missioni umanitarie? La Statua della Libertà che domina la baia di Manhattan a New York è ormai un simbolo vuoto. E siccome nessun’altra potenza mondiale mostra di volersi fare garante dei valori umani e civili della convivenza, il rilancio di tali princìpi non potrà che partire dal basso, da una sollevazione pacifica dei popoli della Terra, che sarà opportuno siano attenti più agli assenti che non ai presenti, perché è da lontano che venditori di informatica, di farmaci o di bombe si scambiano fra di loro il ruolo in un cinico gioco delle parti, che può indurre facilmente a confondere il bene col male e a rinunciare alla propria salvezza.


I Realisti Terminali:
Guido Oldani, fondatore – Giuseppe Langella – Marco Bruni – Brunivo Buttarelli – Giusy Cafari Panico – Carmelina Chiara Canta – Pino Canta – Gilberto Colla – Igor Costanzo – Tania Di Malta – Emanuela Gelmini – Gaetano Grillo – Izabella Teresa Kostka – Alessandro Mangiarotti – Annachiara Marangoni – Beppe Mariano –
Lorenzo Menguzzato (Lome) – Valentina Neri – Daniele Maria Pegorari – Marco Pellegrini – Francesco Sainato – Stefano Torre
Milton Fernández direttore Festival della Letteratura di Milano
Fernando Rendón direttore Festival Internazionale di Poesia di Medellin

POKÓJ, JEDYNA HIGIENA DLA ŚWIATA. MANIFEST RT PRZECIW WOJNIE

Wraz z Giuseppe Langellą i tymi, którzy się do nas przyłączyli zadecydowaliśmy, aby zacząć promować antywojenny manifest dla “Tysiąca Afganistanów”. „Pokój, jedyna higiena dla świata”, wbrew temu, co głosił futuryzm.

Oto tekst naszego przesłania.

POKÓJ, JEDYNA HIGIENA DLA ŚWIATA.

W manifeście fundatorów futuryzmu Marinetti ogłosił „wojnę, jedyną higieną świata”. Historia pokazała jednak, że całkowicie się mylił. Wojny w XX wieku spowodowały miliony zgonów, wśród ludności cywilnej prawie tyle, co wśród żołnierzy, zrównały z ziemią wiele miast, naraziły na głód lub zmusiły do ucieczki całe populacje, ale nie wytępiły zła, z którym walczyły. Rozwój technologiczny, tak drogi samemu Marinettiemu, przyczynił się jedynie do wzmocnienia niszczycielskich skutków środków rażenia, o czym kilka dni temu przypomniała rocznica spuszczenia dwóch śmiercionośnych bomb atomowych na Hiroszimę i Nagasaki. W ten sposób, paradoksalnie, powołane do życia wojenne zło zapuściło korzenie jeszcze głębiej, zostało podsycone nienawiścią i chęcią zemsty. Użycie broni nie rozwiązuje żadnego konfliktu. Wojna prowadzi do powstania innych wojen. Odwracając więc tezę Marinettiego, my jako Realiści Terminalni, stanowczo stwierdzamy, że jedyną higieną dla świata nie jest wojna, ale pokój. Pokój na świecie jest najwyższym dobrem absolutnym, do którego wszyscy musimy dążyć. Złóżmy więc wojny w grobowcu – w głębokiej studni XX wieku, skujmy łańcuchami potwory i odmieńmy naszą ścieżkę. Dyplomatyczne drogi dialogu i pojednania są długie i trudne: nikt nie ma złudzeń, że łatwo jest znaleźć kompromisy, będące w stanie zadowolić rywali. Jedno jest jednak pewne: żaden pokój podpisany pod groźbą użycia broni nie okaże się trwały. Przełamanie spirali wojny jest koniecznym warunkiem (“condicio sine qua non”) do zbudowania stabilnego i długotrwałego pokoju. Oczywiście podczas negocjacji konieczne jest uwzględnienie wiarygodnych roszczeń wszystkich stron, aby żadna z nich nie czuła się na przegranej pozycji.

Problem Afganistanu i bankructwo Zachodu.

W żadnym wypadku nie można rozwiązać problemów danego regionu za pomocą okupacji zbrojnej. Każde rozwiązanie narzucone z zewnątrz i nadzorowane przez wojsko powoduje bunt i nie prowadzi do żadnej realnej zmiany. Można na to podać dziesiątki przykładów. Najnowszym dowodem są smutne i dramatyczne wiadomości z ostatnich godzin: Talibowie odbili Afganistan w niecałe dwa tygodnie, stało się to prawie bez jednego strzału. Państwo afgańskie, wspierane i nadzorowane przez dwadzieścia lat przez wojska NATO stopniało jak “lody na słońcu”. Na terenie kraju powróciło się, mimo wątpliwych zapewnień nowego rządu, do dramatycznej sytuacji sprzed lat. Trudno wyobrazić sobie bardziej jałową i efemeryczną okupację niż ta, która zakończyła się pospieszną i chaotyczną ewakuacją wojsk, korpusu dyplomatycznego i miejscowych współpracowników, którzy nagle stali się prawdopodobnym obiektem represji. Zachód ze Stanami Zjednoczonymi na czele, wraz z naszą starą Europą, opuszcza scenę z piętnem wstydu i poczuciem winy, oskarżany o oszukanie i zdradę tych, którzy pokładali w nim nadzieję na odkupienie. Można się zatem zastanawiać, jaki był pożytek z zainwestowania ogromnych pieniędzy i poświęcenia wielu ludzkich istnień, skoro wszystko wraca do poprzedniego stanu? Klęska operacji w Afganistanie oficjalnie potwierdza śmierć naszego “Zachodu”, który miał w swoim przekonaniu eksportować demokrację, uczyć tolerancji, poszanowania praw i równości płci.

Kto w tym momencie będzie chciał być na tyle naiwny, by nadal wierzyć w tak zwane misje humanitarne? Statua Wolności z widokiem na Manhattan Bay w Nowym Jorku jest teraz pustym symbolem. Żadne inne światowe mocarstwo nie wykazuje chęci zagwarantowania ludziom obywatelskich wartości współistnienia, a wznowienie tych zasad może rozpocząć się tylko od podstaw, od pokojowego powstania wszystkich narodów na Ziemi. Należy zwrócić większą uwagę na nieobecnych niż na obecnych, ponieważ zewnętrzni sprzedawcy sprzętu komputerowego, narkotyków czy bomb wymieniają się między sobą rolami w cynicznej grze, która może łatwo doprowadzić do pomylenia dobra ze złem i rezygnacji z własnego zbawienia.

Dokument podpisany przez następujących przedstawicieli Realizmu Terminalnego:

Guido Oldani, założyciel – Giuseppe Langella – Marco Bruni – Brunivo Buttarelli – Giusy Cafari Panico – Carmelina Chiara Canta – Pino Canta – Gilberto Colla – Igor Costanzo – Tania Di Malta – Emanuela Gelmini – Gaetano Grillo – Izabella Teresa Kostka – Alessandro Mangiarotti – Annachiara Marangoni – Beppe Mariano –
Lorenzo Menguzzato (Lome) – Valentina Neri – Daniele Maria Pegorari – Marco Pellegrini – Francesco Sainato – Stefano Torre

Milton Fernández dyrektor Festiwalu Literatury w Mediolanie
Fernando Rendón dyrektor Międzynarodowego Festiwalu Poezji Medellin

Salone del libro a Torino accoglie “Ponte poetico/ Most poetycki” ; Międzynarodowy Salon Wydawniczy w Turynie gości “Most poetycki”

L’antologia internazionale bilingue “Ponte poetico/ Most poetycki” da oggi al Salone del libro di Torino presso lo stand della casa editrice Kimerik. Come ideatrice, curatrice e traduttrice ringrazio l’editore Gianfranco Natale per la collaborazione, il M° Guido Oldani e il Prof. Giuseppe Langella per le prefazioni e tutti i poeti italiani e polacchi scelti per la partecipazione.

*

Międzynarodowa antologia włosko – polska „Ponte poetico / Most poetycki” od dziś na Międzynarodowych Targach Książki w Turynie, na stoisku wydawnictwa Kimerik. Jako pomysłodawca, kuratorka i tłumaczka dziękuję wydawcy Gianfranco Natale za współpracę, M° Guido Oldaniemu i prof. Giuseppe Langelli za przedmowy oraz wszystkim wybranym poetom włoskim i polskim za udział w publikacji.